AUGENBLICKE – by Regina Hübner

 

Conservo, nella fase di creazione, un rapporto fortemente immediato, intuitivo e sperimentale con l’opera nascente. Anche perché la componente esterna preesistente ha un ruolo importante e decisivo nell’esito finale del lavoro.

L’iter della mia creazione parte dal luogo e dall’idea. Queste due componenti vanno via via avvicinandosi l’una all’altra in una reciproca appropriazione, per poi separarsi nuovamente.

Il luogo prescelto per la mia opera è la navata centrale della chiesa sconsacrata di S. Bartolomeo, situata quasi sulla cima della collina che sovrasta la città di Campobasso.

Lo spazio non è interessante soltanto architettonicamente – per la sua semplicità e purezza di forme - ma anche perché è collocato entro un vastissimo arco temporale. Le sue pietre chiare hanno ascoltato preghiere, sono state testimoni di felicità e lutti, hanno superato guerre, attraversato stagioni di pioggia e di sole, incontrato quotidianamente la vita e la morte.

Il mio lavoro sarà, dunque, un fiume leggero fatto di tutto questo. Un fiume di luce rossa nel quale fluiscono ricordi di eventi, elementi sospesi mossi dalla corrente del tempo. Ogni tanto, per un attimo, questi ricordi escono dal sommesso fluire e si illuminano, colgono un riflesso, accendono un frammento di storia.

Il titolo sarà “Augenblicke” – equivalente a “momenti”, ma nella traduzione letterale significa “sguardi di occhi”. Un suono continuo, percettibile solo nelle immediate vicinanze e non ben identificabile sarà la voce di questo fiume.

Interessante, per me, è la contrapposizione tra il flusso vitale – davvero eterno – e la materia antica dello spazio architettonico che ci può apparire ugualmente eterna, ma è ferma come una roccia in un corso d’acqua.

Trascorso il tempo previsto non resterà alcuna presenza materiale, ma forse un ricordo: “un elemento sospeso mosso dalla corrente del tempo”.

 

Regina Hübner 19.8.1998